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4.12.08

Dietrofront sulla retroattività del decreto anti crisi, ma non basta

Il Ministro Tremonti ha annunciato che eliminerà la retroattività del provvedimento anti-detrazione del 55%. Ma una fetta importante della società chiederà al governo di cancellarlo definitivamente per iniziare una rivoluzione energetica anche in Italia.

La notizia dell’ultima ora è che il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha annunciato una correzione sull’art.29 del decreto legge 185/08 che ostacola le detrazioni fiscali del 55% sugli interventi di efficienza energetica in edilizia. Alla Camera Tremonti ha annunciato che eliminerà la retroattività del provvedimento che avrebbe di fatto fortemente danneggiato tutti coloro che avevano fatto le spese nel 2008 e che erano certi della possibilità dello sgravio. Il Ministro si è accorto del grossolano errore normativo commesso su questa parte del provvedimento, ma le ragioni che lo hanno ispirato, secondo il capo del dicastero dell’economia, restano immutate. La sua posizione la chiarisce così: "Per il futuro voglio ribadire un criterio: i crediti di imposta non sono e non possono essere un bancomat. Troppe volte sono stati utilizzati come bancomat". Ed ha aggiunto che è “incivile l'introduzione di crediti di imposta che poi non sono sufficientemente coperti: questo non accadrà con il nostro governo".
Resta il fatto che queste detrazioni hanno una forte valenza in termini industriali (un volume d’affari superiore ai 3 miliardi di euro in meno di due anni), occupazionali e di risparmio energetico; basterebbe misurarne i benefici per la collettività per capirne l’importanza, specialmente in un momento di crisi in cui le misure dovrebbero essere più coraggiose e capaci di rilanciare alcuni settori chiave come quelli, da tutti indicati, delle tecnologie energetiche pulite.

Come aveva scritto Gianni Silvestrini nell'editoriale del 1.12 di Qualenergia, ricordiamo che:

"Si possono stimare in 0,5 miliardi di euro le maggiori entrate derivanti dall’emersione del lavoro sommerso e dall’incremento dell’Iva, una cifra cioè dello stesso ordine di grandezza dei maggiori incentivi per l’efficienza energetica. Le mancate entrate legate al passaggio dalla detrazione del 36% per le ristrutturazioni edilizie alla detrazione del 55% per gli interventi legati all’efficienza energetica sono infatti stimabili in 0,63 miliardi euro nel biennio 2007-8. Questi numeri evidenziano come, anche dal punto di vista strettamente economico, il provvedimento comporta un impatto minimo sulle casse dello Stato, oltre a garantire minori importazioni di combustibili e un taglio delle emissioni.

Secondo il decreto legge 185/2008 approvato venerdì 28 novembre dal Governo, l’accesso agli incentivi passerebbe attraverso una pratica burocratica più complessa ma soprattutto verrebbero posti limiti massimi di spesa di 82,7 milioni di euro per il 2008, 185,9 milioni per il 2009 e 314,8 milioni per il 2010. Ipotizzando che queste cifre coprano le minori entrate misurate come differenza tra le detrazioni al 36% e quelle al 55%, la somma prevista per il 2008 coprirebbe solo un quarto degli interventi effettuati. Se invece, come è più probabile, il tetto si riferisce alla quota annuale dell’intero 55% si coprirebbe solo un terzo degli interventi del 2008, 2009 e 2010 nell’ipotesi di mancata crescita degli interventi."

Fonte: www.qualenergia.it

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