In arrivo regole più semplici a sostegno della produzione di energia elettrica nei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili o da cogenerazione (*).
E’ quanto prevede il Testo integrato dello scambio sul posto (TISP) pubblicato dall’Autorità per l’energia con l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza ed efficacia alla gestione del meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta (non immediatamente autoconsumata) e poi prelevarla per soddisfare i propri consumi in un tempo differito. In altre parole, al termine di ogni anno, i produttori da piccoli impianti da rinnovabili o da cogenerazione potranno pagare esclusivamente la differenza tra quanto dovuto per l’energia consumata e la compensazione ottenuta per l’energia prodotta. Se il valore di mercato dell’energia immessa in rete supera il valore di mercato dell’energia prelevata, viene maturato un ‘credito’.
Le nuove regole, operative dal prossimo 1° gennaio 2009, riguarderanno impianti di produzione da cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 200 kW e impianti di produzione da fonti rinnovabili fino a 20 kW. Sarà possibile innalzare la soglia per le rinnovabili fino a 200 kW non appena sarà varato il necessario decreto attuativo delle misure previste dalla legge finanziaria 2008.
La delibera n. 74/08 è disponibile sul sito dell’Autorità www.autorita.energia.it
Le novità introdotte
Le novità più significative rispetto al meccanismo attualmente in vigore prevedono che il servizio di scambio sul posto venga erogato dal Gestore del sistema elettrico-GSE (e non più dai distributori) e gestito attraverso un portale informatico secondo modalità uniformi per tutto il sistema nazionale.
Inoltre, l’eventuale credito, nel caso di fonti rinnovabili, può essere utilizzato negli anni successivi senza più incorrere nel suo annullamento trascorsi tre anni, come invece previsto in precedenza. Per la cogenerazione, il produttore può scegliere se utilizzare l’eventuale credito negli anni successivi, al pari delle fonti rinnovabili, oppure incassarlo al termine dell’anno, ottenendo un compenso monetario.
Fonte: Autorità per l'energia elettrica e il gas
25.7.08
Cancellato l'attestato di efficienza energetica nella compravendita degli immobili
Con l’emendamento all’articolo 35 del Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008 il governo ha abrogato alcune norme relative all'obbligo di certificazione energetica di edifici.
In particolare sono state cancellate le norme che prevedevano, in caso di vendita di interi immobili o di singole unita' immobiliari, di allegare all'atto un attestato di certificazione energetica e che in caso contrario prevedeva la nullita' dell'atto. Cancellata anche la norma che prevedeva l'obbligo per i proprietari di immobili di consegnare copia di questo attestato ai propri affittuari. (co. 3 e 4 art. 6 dlgs 192/05 e co. 8 e 9 art. 15, sanzioni). Oltre a queste nuove disposizioni, l’emendamento prevede l’abrogazione dell’art. 13 DM 37/08, che cancella l’obbligo di allegare ai contratti di compravendita (di edifici non nuovi) le dichiarazioni di conformità degli impianti.
"Senza l'attestato di certificazione energetica edilizia si affossa il risparmio energetico". Secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, "l'indebolimento della certificazione energetica degli edifici
risulta tanto piu' incomprensibile in quanto si tratta di uno degli strumenti piu' efficaci per contrastare gli alti prezzi dell'energia". "Considerando il numero delle compravendite annuali di alloggi - spiega Silvestrini - la riduzione dei consumi indotta dalla trasformazione del mercato legata alla certificazione si poteva stimare cautelativamente in 80 ktep/a, migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio. E al 2020 il risparmio cumulativo sarebbe ammontato a 6 milioni di tep".
Fonte: www.legambiente.eu, www.eco-news.it, www.kyotoclub.org
Per maggiori informazioni: www.edilportale.com
In particolare sono state cancellate le norme che prevedevano, in caso di vendita di interi immobili o di singole unita' immobiliari, di allegare all'atto un attestato di certificazione energetica e che in caso contrario prevedeva la nullita' dell'atto. Cancellata anche la norma che prevedeva l'obbligo per i proprietari di immobili di consegnare copia di questo attestato ai propri affittuari. (co. 3 e 4 art. 6 dlgs 192/05 e co. 8 e 9 art. 15, sanzioni). Oltre a queste nuove disposizioni, l’emendamento prevede l’abrogazione dell’art. 13 DM 37/08, che cancella l’obbligo di allegare ai contratti di compravendita (di edifici non nuovi) le dichiarazioni di conformità degli impianti.
"Senza l'attestato di certificazione energetica edilizia si affossa il risparmio energetico". Secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, "l'indebolimento della certificazione energetica degli edifici
risulta tanto piu' incomprensibile in quanto si tratta di uno degli strumenti piu' efficaci per contrastare gli alti prezzi dell'energia". "Considerando il numero delle compravendite annuali di alloggi - spiega Silvestrini - la riduzione dei consumi indotta dalla trasformazione del mercato legata alla certificazione si poteva stimare cautelativamente in 80 ktep/a, migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio. E al 2020 il risparmio cumulativo sarebbe ammontato a 6 milioni di tep".
Fonte: www.legambiente.eu, www.eco-news.it, www.kyotoclub.org
Per maggiori informazioni: www.edilportale.com
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abrogazione certificazione energetica
16.7.08
Come risparmiare energia elettrica con il solare termico
Dotando gli elettrodomestici di doppio attacco per acqua fredda e calda gli si potrebbe usare quella prodotta dai sistemi solari termici. In tale maniera i consumi di lavatrici e lavastoviglie si riducono a un decimo del normale. Sarebbe necessario allora introdurre una norma che imponga il doppio attacco ai produttori di elettrodomestici.
E' questo l'appello (e la proposta) che lancia Sergio D'Alessandris, presidente di Assolterm (Associazione italiana solare termico) che riunisce i produttori di impianti.
Nel corso dell'assemblea dei soci, oggi a Roma alla sede della Regione Lazio, D'Alessandris spiega che "per un lavaggio a 40 gradi con una lavatrice di classe C si consumano 0,70 kWh, se se ne usa una di classe A, il consumo cala a 0,57 kWh". Però, sottolinea, "se l'elettrodomestico è dotato di doppio attacco acqua calda/acqua fredda, il consumo energetico scende ad appena 0,06 kWh".
Inoltre, dice il presidente Assolterm, si dovrebbero "progettare gli impianti di riscaldamento, come le caldaie, considerando la temperatura di riferimento pari a 45 gradi". In questo modo, "si potrebbero usare, oltre alle classiche caldaie a metano, gasolio o biomasse, anche le pompe di calore e i sistemi solari termici", che ovviamente scaldano l'acqua a temperature inferiori rispetto agli altri sistemi.
In sintesi, per lanciare il solare termico e approfittare del risparmio che ne deriva serve "una norma che obblighi i costruttori di elettrodomestici a dotarli di doppio attacco per acqua sia calda che fredda, e che stabilisca anche il ricorso a impianti a bassa temperatura". Un intervento che - aggiunge D’Alessandris - si potrebbe unire alla creazione di "un bonus per le famiglie meno abbienti, che consenta loro di installare impianti solari termici anche se non hanno un reddito sufficiente a farli godere della detrazione fiscale del 55%", funzionale a redditi e impegni finanziari consistenti. "Un bonus sul modello di quelli per i sedicenni e relativo ai pc - dice D'Alessandris - magari da 7-800 euro".
Il solare termico è conveniente, sottolinea il presidente Assolterm: "produrre un kiloWatt con il solare termico costa 500 euro. Per le esigenze termiche, come scaldare l'acqua va usato solo il solare termico: e non l’elettricità.
Infine, qualche numero: il mercato del solare termico nel 2006 ha raggiunto 186.000 metri quadri installati, e le stime per il 2007 parlano di una crescita di almeno il 35%.
Fonte: KyotoClub
E' questo l'appello (e la proposta) che lancia Sergio D'Alessandris, presidente di Assolterm (Associazione italiana solare termico) che riunisce i produttori di impianti.
Nel corso dell'assemblea dei soci, oggi a Roma alla sede della Regione Lazio, D'Alessandris spiega che "per un lavaggio a 40 gradi con una lavatrice di classe C si consumano 0,70 kWh, se se ne usa una di classe A, il consumo cala a 0,57 kWh". Però, sottolinea, "se l'elettrodomestico è dotato di doppio attacco acqua calda/acqua fredda, il consumo energetico scende ad appena 0,06 kWh".
Inoltre, dice il presidente Assolterm, si dovrebbero "progettare gli impianti di riscaldamento, come le caldaie, considerando la temperatura di riferimento pari a 45 gradi". In questo modo, "si potrebbero usare, oltre alle classiche caldaie a metano, gasolio o biomasse, anche le pompe di calore e i sistemi solari termici", che ovviamente scaldano l'acqua a temperature inferiori rispetto agli altri sistemi.
In sintesi, per lanciare il solare termico e approfittare del risparmio che ne deriva serve "una norma che obblighi i costruttori di elettrodomestici a dotarli di doppio attacco per acqua sia calda che fredda, e che stabilisca anche il ricorso a impianti a bassa temperatura". Un intervento che - aggiunge D’Alessandris - si potrebbe unire alla creazione di "un bonus per le famiglie meno abbienti, che consenta loro di installare impianti solari termici anche se non hanno un reddito sufficiente a farli godere della detrazione fiscale del 55%", funzionale a redditi e impegni finanziari consistenti. "Un bonus sul modello di quelli per i sedicenni e relativo ai pc - dice D'Alessandris - magari da 7-800 euro".
Il solare termico è conveniente, sottolinea il presidente Assolterm: "produrre un kiloWatt con il solare termico costa 500 euro. Per le esigenze termiche, come scaldare l'acqua va usato solo il solare termico: e non l’elettricità.
Infine, qualche numero: il mercato del solare termico nel 2006 ha raggiunto 186.000 metri quadri installati, e le stime per il 2007 parlano di una crescita di almeno il 35%.
Fonte: KyotoClub
11.7.08
serata informativa per il gas seramenti
Mercoledì 16 Luglio, presso la sede del cdq 5, piazza napoli 74,
lo Sportello Energia presenterà a tutti coloro che hanno segnalato interesse
alla partecipazione del gruppo di acquisto per la sostituzione dei serramenti,
le proposte commerciali ricevute e i criteri adottati nel valutare i singoli preventivi.
Appuntamento alle 21.00.
lo Sportello Energia presenterà a tutti coloro che hanno segnalato interesse
alla partecipazione del gruppo di acquisto per la sostituzione dei serramenti,
le proposte commerciali ricevute e i criteri adottati nel valutare i singoli preventivi.
Appuntamento alle 21.00.
Stop agli stand-by
Regolamento della Commissione Europea per ridurre i consumi di elettricità connessi allo funzione di stand-by delle apparecchiature. Al 2020 in Europa potranno essere risparmiati almeno 38 miliardi di chilowattora all’anno.
Gli Stati membri appoggiano la proposta della Commissione di ridurre il consumo di energia elettrica delle apparecchiature in standby: gli Stati membri dell’UE hanno approvato la proposta di regolamento della Commissione finalizzato alla riduzione del consumo di energia elettrica da parte delle apparecchiature domestiche e da ufficio in posizione standby. Il regolamento fissa prescrizioni di efficienza energetica per tutti i prodotti commercializzati in Europa, che si tradurranno in una riduzione del consumo di energia elettrica delle apparecchiature in posizione di standby a livello comunitario di quasi il 75% entro il 2020.
Il regolamento sullo “standby” si applica a tutte le apparecchiature elettriche utilizzate nelle abitazioni e negli uffici, come apparecchi televisivi, computer, forni a microonde ecc. e, a seconda della funzionalità del prodotto, fissa un consumo massimo di energia consentito per lo standby di 1 o 2 Watt per il 2010. A partire dal 2013 il livello di consumo energetico ammesso sarà ridotto a 0,5 Watt o a 1 Watt, livelli più prossimi a quelli che è possibile raggiungere con la migliore tecnologia disponibile.
Il regolamento ridurrà l’attuale consumo di energia elettrica di circa 50 TWh all’anno – del 73% entro il 2020, cioè circa 38 TWh/anno. Tale risparmio equivale al consumo annuale di energia elettrica della Danimarca e porterebbe ad una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 14 milioni di tonnellate all’anno.
Ulteriori risparmi sono inoltre previsti nel resto del mondo in quanto molti dei prodotti oggetto del regolamento sono commercializzati su scala mondiale. L’approccio in più fasi consentirà ai fabbricanti di adattare per tempo i loro prodotti alle nuove prescrizioni.
Il regolamento sullo standby sarà ora sottoposto al vaglio del Parlamento europeo. La sua adozione formale da parte della Commissione è prevista entro il 2008.
Fonte: qualenergia
Gli Stati membri appoggiano la proposta della Commissione di ridurre il consumo di energia elettrica delle apparecchiature in standby: gli Stati membri dell’UE hanno approvato la proposta di regolamento della Commissione finalizzato alla riduzione del consumo di energia elettrica da parte delle apparecchiature domestiche e da ufficio in posizione standby. Il regolamento fissa prescrizioni di efficienza energetica per tutti i prodotti commercializzati in Europa, che si tradurranno in una riduzione del consumo di energia elettrica delle apparecchiature in posizione di standby a livello comunitario di quasi il 75% entro il 2020.
Il regolamento sullo “standby” si applica a tutte le apparecchiature elettriche utilizzate nelle abitazioni e negli uffici, come apparecchi televisivi, computer, forni a microonde ecc. e, a seconda della funzionalità del prodotto, fissa un consumo massimo di energia consentito per lo standby di 1 o 2 Watt per il 2010. A partire dal 2013 il livello di consumo energetico ammesso sarà ridotto a 0,5 Watt o a 1 Watt, livelli più prossimi a quelli che è possibile raggiungere con la migliore tecnologia disponibile.
Il regolamento ridurrà l’attuale consumo di energia elettrica di circa 50 TWh all’anno – del 73% entro il 2020, cioè circa 38 TWh/anno. Tale risparmio equivale al consumo annuale di energia elettrica della Danimarca e porterebbe ad una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 14 milioni di tonnellate all’anno.
Ulteriori risparmi sono inoltre previsti nel resto del mondo in quanto molti dei prodotti oggetto del regolamento sono commercializzati su scala mondiale. L’approccio in più fasi consentirà ai fabbricanti di adattare per tempo i loro prodotti alle nuove prescrizioni.
Il regolamento sullo standby sarà ora sottoposto al vaglio del Parlamento europeo. La sua adozione formale da parte della Commissione è prevista entro il 2008.
Fonte: qualenergia
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4.7.08
Efficienza Energetica, la più grande risorsa della casa
Il gruppo di ricerca sull’efficienza negli usi finali dell’energia, eERG, (end-use Efficiency Research Group) afferma che l’efficienza energetica è sia risparmio energetico che risorsa economica dato che buona parte dei consumi attuali rappresentano uno spreco.
Rendere la nostra casa più efficiente da un punto di vista energetico significa consumare meno energia e ridurre i costi delle utenze. Dai dati tratti dalle ricerche del gruppo sopra citato, ne deriva che solo il 30% dei consumi attuali è un consumo definito “utile”. L’edilizia civile utilizza annualmente più del 30% dei consumi energetici totali; ne deriva che ogni famiglia italiana di 4 persone consuma mediamente circa 1,8 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) per l’uso di combustibili e energia elettrica per i quali spende 120 euro al mese contribuendo all’emissione del 27% dei gas climalteranti.
Partendo dunque dal presupposto che l’efficienza energetica è una risorsa, conviene utilizzare e migliorare le tecnologie presenti nelle nostre abitazioni per permettere di liberare risorse per consumi minori e maggiormente sostenibili. Le possibilità di risparmio energetico, soprattutto in casa, sono tante. Infatti a livello domestico si stimano potenziali di riduzione dei consumi nell’ordine del 50%. Le scelte da affrontare tra le mura domestiche sono l’acquisto di elettrodomestici maggiormente efficienti, tenere aperto lo sportello del frigorifero il più brevemente possibile, regolarne il termostato a + 5/6° C e quello del congelatore a –18, evitare il riempimento eccessivo e lasciare spazio a ridosso delle pareti interne per favorire la circolazione dell’aria, evitare l’inserimento di cibi caldi perché contribuiscono alla formazione di ghiaccio sulle pareti; pulire il condensatore (serpentina) posto sul retro dell’apparecchio dopo aver staccato l’alimentazione elettrica e sbrinare l’apparecchio quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm di spessore.
È inoltre consigliato l’utilizzo di lampade fluorescenti compatte (LFC) rispetto a quelle ad incandescenza. Infatti sostituendo una lampada da 100 W ad incandescenza con una da 20 W LFC si ottiene la stessa quantità di luce consumando solo 1/5 dell’energia elettrica e la lampada fluorescente compatta ad alimentazione elettronica dura fino a 10 volte di più rispetto a quella di una lampada ad incandescenza consumando fino all’80% in meno.
Importante è anche adottare un corretto utilizzo dell’acqua evitando di tenere i rubinetti aperti alla massima potenza e di lasciarli aperti inutilmente; preferire la doccia al bagno in quanto nel primo caso si consumano circa 30 litri di acqua mentre nel secondo si possono superare i 120; usare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico; applicare a tutti i rubinetti i riduttori di flusso, ossia dispositivi economici e di facile installazione che riducono del 50% la quantità di liquido in uscita ed evitare l’uso dello scaldabagno elettrico.
Il termine efficienza energetica dunque indica la fornitura di un uguale servizio all’utente usando meno energia possibile: non si tratta infatti di dover rinunciare al comfort, bensì di migliorare la qualità della vita con un occhio attento ai consumi e ai sistemi preziosi di energia.
Fonte: www.rinnovabili.it - articolo di Chiara Dellanoce
Rendere la nostra casa più efficiente da un punto di vista energetico significa consumare meno energia e ridurre i costi delle utenze. Dai dati tratti dalle ricerche del gruppo sopra citato, ne deriva che solo il 30% dei consumi attuali è un consumo definito “utile”. L’edilizia civile utilizza annualmente più del 30% dei consumi energetici totali; ne deriva che ogni famiglia italiana di 4 persone consuma mediamente circa 1,8 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) per l’uso di combustibili e energia elettrica per i quali spende 120 euro al mese contribuendo all’emissione del 27% dei gas climalteranti.
Partendo dunque dal presupposto che l’efficienza energetica è una risorsa, conviene utilizzare e migliorare le tecnologie presenti nelle nostre abitazioni per permettere di liberare risorse per consumi minori e maggiormente sostenibili. Le possibilità di risparmio energetico, soprattutto in casa, sono tante. Infatti a livello domestico si stimano potenziali di riduzione dei consumi nell’ordine del 50%. Le scelte da affrontare tra le mura domestiche sono l’acquisto di elettrodomestici maggiormente efficienti, tenere aperto lo sportello del frigorifero il più brevemente possibile, regolarne il termostato a + 5/6° C e quello del congelatore a –18, evitare il riempimento eccessivo e lasciare spazio a ridosso delle pareti interne per favorire la circolazione dell’aria, evitare l’inserimento di cibi caldi perché contribuiscono alla formazione di ghiaccio sulle pareti; pulire il condensatore (serpentina) posto sul retro dell’apparecchio dopo aver staccato l’alimentazione elettrica e sbrinare l’apparecchio quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm di spessore.
È inoltre consigliato l’utilizzo di lampade fluorescenti compatte (LFC) rispetto a quelle ad incandescenza. Infatti sostituendo una lampada da 100 W ad incandescenza con una da 20 W LFC si ottiene la stessa quantità di luce consumando solo 1/5 dell’energia elettrica e la lampada fluorescente compatta ad alimentazione elettronica dura fino a 10 volte di più rispetto a quella di una lampada ad incandescenza consumando fino all’80% in meno.
Importante è anche adottare un corretto utilizzo dell’acqua evitando di tenere i rubinetti aperti alla massima potenza e di lasciarli aperti inutilmente; preferire la doccia al bagno in quanto nel primo caso si consumano circa 30 litri di acqua mentre nel secondo si possono superare i 120; usare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico; applicare a tutti i rubinetti i riduttori di flusso, ossia dispositivi economici e di facile installazione che riducono del 50% la quantità di liquido in uscita ed evitare l’uso dello scaldabagno elettrico.
Il termine efficienza energetica dunque indica la fornitura di un uguale servizio all’utente usando meno energia possibile: non si tratta infatti di dover rinunciare al comfort, bensì di migliorare la qualità della vita con un occhio attento ai consumi e ai sistemi preziosi di energia.
Fonte: www.rinnovabili.it - articolo di Chiara Dellanoce
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